Cronache di guerra e anni successivi - i fontanari torremaggioresi

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Cronache di guerra e anni successivi

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    LE FOTO DELLA PAGINA SONO NELLA GALLERIA SOPRA

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La scelta di Paolo ,
storia di sudore , antifascismo e biciclette

Spettacolo di e con Nazario Vasciarelli.
Musica e canzoni a cura di Nazario Tartaglione


Uno spettacolo  di memoria storica che confluisce in una memoria di ricostruzione  della  macrostoria  dove si racconta il  coraggio e l'etica di quanti ,  giovani,  donne,   partigiani,  staffette e anche "militari disobbedienti" hanno compiuto la scelta di stare dalla parte della   Resistenza e della Liberazione dell'Italia  dal nazifascismo .

In un’Italia spezzata dall’occupazione nazista e dalla guerra civile, molti nomi si sono impressi nella memoria collettiva della Resistenza. Ma accanto ai grandi protagonisti, ce ne sono altri, più silenziosi, dimenticati dai libri di storia, ma non meno coraggiosi.

"Ombre coraggiose: la scelta di Paolo Sardella" è uno spettacolo che riporta alla luce la figura di un antifascista assolutamente sconosciuto alle grandi cronache ma protagonista di un atto di eroismo durante i giorni difficili dopo l’8 settembre del 1943 che ha lasciato un segno, anche se quasi completamente sconosciuto ai più.
Nel settembre del 1943, mentre l’Italia viveva le drammatiche fasi dell'occupazione nazista, Paolo Sardella, ex ciclista e operaio, compì un gesto di straordinario coraggio che segnò la liberazione di San Severo. In sella a una bicicletta, attraversò le linee nemiche per avvertire gli alleati dell'agguato tedesco che aveva colpito quattro soldati inglesi mandati in avanscoperta all’ingresso di San Severo completamente minato e pieno di trappole poste dai nazisti per assicurarsi la ritirata verso Termoli.

Paolo Sardella, manovale brentatore, aveva avuto un passato da semiprofessionista nel ciclismo e in un Giro di Puglia aveva battuto di volata anche il mitico Girardengo. Entrato nel partito comunista clandestino, durante il fascismo era stato arrestato e mandato al confino a Ponza.
Al suo ritorno dal confino gli era stato impedito di riprendere l’attività agonistica.

Alla fine di settembre ‘43, dopo la tragica uccisione di una pattuglia inglese in avanscoperta, si era offerto di arrivare fino a Foggia per avvisare le truppe alleate della tragica fine dei soldati alleati e con la sua azione tempestiva permise l'ingresso delle forze anglo-americane in città, accelerando la fine dell'occupazione tedesca.

Questo spettacolo teatrale intende rendere omaggio ad un "fantasma" nella grande storia per raccontare la sua storia, la sua dirittura morale e la sua estrema semplicità nel difficile contesto storico dell'epoca. Il monologo sarà arricchito dalle musiche e canzoni  elaborate e curate dal cantautore Nazario Tartaglione tra canzoni d’epoca e musiche originali.

Attraverso il racconto dell’attore Nazario Vasciarelli il pubblico verrà condotto nel cuore di un’Italia dilaniata, ma anche nell’animo di chi, senza clamore, ha fatto la scelta più difficile: quella di fare qualcosa che non fosse solo per sé!
La narrazione è stata resa possibile grazie ai ricordi di Paolo Sardella ormai vecchio che lasciò testimonianza audio della sua esperienza che fu registrata dal maestro Michele Monaco in un incontro con alcuni bambini di una scuola elementare di San Severo alla fine degli anni 90.

Le fonti utilizzate da Nazario Vasciarelli che è anche autore e attore dello spettacolo sono arricchite dai documenti storici e dalle testimonianze di quelli che conobbero Paolo Sardella per portare al pubblico una piccola grande storia in cui si intreccia la dimensione individuale e quella collettiva, mettendo in scena il valore della memoria e il peso della responsabilità morale.

A cura ANPI di Torremaggiore








Contributo storico di Lino Zicca su Paolo Sardella

Con riferimento a Paolo Sardella di San Severo voglio ricordare altri episodi che lo videro impegnato in prima fila, durante il fascismo, nell'attività organizzativa del partito comunista e nelle lotte sociali e politiche in Capitanata.

Nel periodo in cui Carmine Cannelonga fu il fiduciario provinciale del Pcd'I (cioè responsabile provinciale del partito nominato dalla direzione nazionale dopo l'arresto del segretario provinciale Mangano), Sardella fu il collegamento tra il centro del partito, che si trovava a San Severo, e l'organizzazione di Cerignola, località che raggiungeva con la sua bicicletta da corsa. Era mandato da Cannelonga che, convinto sostenitore delle decisioni del congresso di Lione, era impegnato a tessere e a mantenere i rapporti con alcune realtà della provincia a differenza del disimpegno mostrato dal Mangano incurante di mantenere i dovuti rapporti tra Foggia e gli altri centri della provincia in cui erano presente nuclei e cellule di comunisti.

Nel 1932, nonostante fossero in carcere Luigi Allegato e Cannelonga, Raffaele Suriani e Sardella organizzarono a San Severo una forte protesta per l'occupazione e contro la miseria. Uomini e donne manifestarono sotto il balcone del podestà contro la disoccupazione e lo stato di miseria. Non convinti dalle promesse ricevute, guidati dai comunisti Raffaele Suriani, appena tornato dal confino, e Paolo Sardella, si recarono a Largo Sanità, ove c’erano le fosse granarie per impossessarsi del grano necessario a sfamarsi. Qui furono fermati, percossi e dispersi dalla polizia, che operò subito centinaia di arresti. Una protesta di massa riportata su «L’Unità» clandestina, che mise in risalto il ruolo dei comunisti alla testa della folla che gridava “Abbasso il fascismo”, “Viva il comunismo”, “Vogliamo fare come in Russia”.[1]

Circa quest’ultima, in documenti dell'Istituto Gramsci è richiamato l’episodio che vide la bandiera dell’Italia, che stava in testa alla manifestazione per protestare sotto il balcone del podestà, diventare rossa, dopo lo strappo del drappo bianco e verde, quando il corteo si diresse alle fosse granarie.[2]

Inoltre, nell'immediato dopo guerra, Sardella fu fondatore della sezione Pci di San SEVERO con Emilio Amoroso, Carmine Cannelonga, Raffaele Suriani, Angelo Sborea, Vladimiro Suriani e ai giovani studenti Antonio Dell'Aquila e Michele Pistillo. Dando così un valido contributo alla nascita del Pci di Capitanata guidato da Luigi Allegato.


(1) «L’Unità», 25 aprile 1932, n. 4.      (2) Fondazione Gramsci, Pcd'I, inv. 1, UA 1080.


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" Non è semplice riportare alla luce gli avvenimenti delle fatidiche giornate dell'agosto del 1922, durante le quali a Bari, e non solo, fu messo in atto da parte del proletariato un ultimo tentativo di difendere le proprie organizzazioni e i propri diritti dalla minaccia fascista.

...Lo studio degli Arditi del Popolo non deve di certo portare a immaginare possibili scenari storico e politici differenti in caso avessero trionfato, ma deve essere utile per rintracciare alcuni racconti dimenticati della nostra storia." (Fabio Salandra)










BARI, ROCCAFORTE DEI RIVOLTOSI_1










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SOLDATI SENZA UNIFORME_prima parte









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ANPI della provincia di Foggia




L’ANPI di Capitanata per la memoria storica
Abbiamo deciso di rendere disponibile il materiale riguardante decine e decine di partigiani di Capitanata.
Perché  la Resistenza è stata combattuta nelle regioni del Centro e del Nord  Italia, ma vi hanno preso parte anche migliaia di partigiani del  Mezzogiorno, che hanno dato un contributo decisivo alla Liberazione dal  Nazi-Fascismo.
Molti  di quei partigiani sono sconosciuti, oppure il loro nome compare  unicamente su fredde lapidi di marmo poste nei tanti luoghi in cui hanno  compiuto il loro estremo sacrificio.
Un  lavoro che abbiamo intrapreso anche per consentire ai tanti che hanno  notizie o materiali sulla Resistenza di metterli in rete, per lasciare  ai posteri un archivio della memoria.

LE SCHEDE DEI PARTIGIANI E DEGLI ANTIFASCISTI DI TORREMAGGIORE

  






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a cura di Severino Carlucci




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Aquilino FLORA

















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ALCUNI CAPITOLI DEL LIBRO










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LE FOTO DELLA MOSTRA SONO NELLA GALLERIA


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LA GUERRA DI SPAGNA


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NONNA IDA E IL 25 APRILE


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I GIORNI DELLA RESISTENZA_1



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LA "CROCE DI GUERRA" DATA AI MILITARI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (680.OOO MORTI E CIRCA 1.000.000 DI FERITI), INSIGNITI DEL TITOLO DI "CAVALIERE DI VITTORIO VENETO"  (medaglia del fu Luigi MORRONE nonno materno di Fulvio)

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RICORDIAMO Luigi "Gino" LIPARTITI di Giorgio BARASSI

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APPUNTI SUGLI AVVENIMENTI DELL'AUTUNNO 1943_1
APPUNTI SUGLI AVVENIMENTI DELL'AUTUNNO 1943_2
APPUNTI SUGLI AVVENIMENTI DELL'AUTUNNO 1943_3

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Articolo di Severino Carlucci su "Puglia" dedicato al prof. Michele Cammisa



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